I prodotti di Polieco

Le certificazioni dei Chiusinichiusini stradali rispondono al EN 124:2015 standard “Gully tops and manhole tops for vehicular and pedestrian areas” (Dispositivi di coronamento e di chiusura per zone di circolazione utilizzate da pedoni e da veicoli).
Tale norma stabilisce, le classi di carico, i materiali, i principi di costruzione e di prova, la marcatura e il controllo di qualità dei dispositivi di coronamento e di chiusura (chiusini e caditoie) dotati di una dimensione di passaggio fino a 1000 mm, per le zone di circolazione soggette a traffico pedonale e/o veicolare, ed è suddivisa in sei parti distinte:

  • Part 1: Definition, classification, general principles of design, performance requirements and test methods;
  • Part 2: Gully tops and manhole tops made of cast iron;
  • Part 3: Gully tops and manhole tops made of steel or aluminium alloys;
  • Part 4: Gully tops and manhole tops made of steel reinforced concrete;
  • Part 5: Gully tops and manhole tops made of composite materials;
  • Part 6: Gully tops and manhole tops made of polypropylene (PP), polyethylene (PE) or unplasticized polyvinyl-chloride (PVC-U).

La Parte 1 stabilisce i requisiti di carattere generale che devono soddisfare tutti i dispositivi costituiti da qualsiasi materiale. A seconda della tipologia di materiale con cui sono fabbricati, in aggiunta, i chiusini e le caditoie devono soddisfare i requisisti specificati nelle Parti  2 ÷ 6.
Tutti i produttori di chiusini e caditoie, nel 2017, hanno recepito la norma EN 124:2015 applicando su base volontaria i nuovi schemi di certificazione, rilasciati dagli enti indipendenti di certificazione accreditati, ai sensi della norma EN ISO 17065.
Al fine di fornire al mercato indicazioni sull’applicazione della norma, i produttori italiani e l’ente di Normazione UNI hanno redatto una specifica tecnica UNI/TR 11671:2017 “Dispositivi di coronamento e di chiusura dei pozzetti stradali – Indicazioni per l’applicazione della serie EN 124:2015”.
La serie di norme EN 124:2015 non è ancora stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, pertanto attualmente la marcatura CE e la redazione della Dichiarazione di prestazione DoP (conforme al Regolamento Prodotti da Costruzione N. 305/2011) non sono applicabili a tali prodotti.
In base alla EN 124:2015 su ogni coperchio, griglia e telaio devono essere riportate in maniera chiara e durevole le seguenti informazioni:

  • normativa di riferimento (ad esempio EN 124-5 per i chiusini in materiale composito);
  • classe di carico appropriata (ad esempio B125);
  • nome e/o marchio di identificazione del fabbricante;
  • luogo di fabbricazione, espresso anche in codice;
  • data o settimana e anno di fabbricazione.

Come descritto in precedenza, dal momento che la norma EN 124:2015 è volontaria, il produttore che ottiene una certificazione di prodotto, rilasciata da un ente indipendente di certificazione accreditato, deve riportare in maniera chiara e durevole su ogni suo coperchio, griglia e telaio anche il marchio dell’ente che lo ha rilasciato.
La documentazione ufficiale, quale ad esempio il certificato di conformità, rilasciato dagli enti di certificazione, deve riportare la designazione di prodotto di seguito indicata, secondo quanto prescritto dalla norma:

  • nome del prodotto;
  • norma di riferimento (ad esempio EN 124-5 per i chiusini in materiale composito);
  • classe di carico (ad esempio B125);
  • la tipologia di materiale (ad esempio C2 per il materiale composito);
  • numero della parte della norma EN 124:2015 di riferimento per il coperchio e il telaio (il numero 5/5 indica ad esempio che il coperchio e il telaio sono in materiale composito). Viene accettata la conformità di coperchi e telai realizzati con due materiali differenti purché soddisfino i requisiti della EN124:2015 (ad esempio coperchi in composito e telai in ghisa);
  • dimensione di passaggio in mm (DP);
  • tipologia di sicurezza (ad esempio con chiusura F);
  • resistenza allo scivolamento (ad esempio con rilievo in superficie RP).

Per certificare un chiusino, bisogna sottoporlo e ottenere la conformità alle prove previste dalla EN 124:2015 parte 1 e dalla parte di norma al quale corrisponde il materiale di cui è composto.
Le prove devono essere eseguite da un ente certificatore riconosciuto a livello internazionale e riportate all’interno del certificato di conformità.

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INSTALLAZIONE E POSA IN OPERA DEL CHIUSINOUna corretta installazione è un requisito essenziale per garantire la durata e l’efficacia di tutti i prodotti dell’edilizia, compreso quindi anche i chiusini. Una posa non corretta dei chiusini, a prescindere dal materiale con cui sono fabbricati, può provocare effetti dannosi o addirittura pericolosi per l’integrità dei pedoni e dei veicoli. La posa dei chiusini deve quindi essere effettuata da personale adeguatamente addestrato e qualificato, utilizzando attrezzatura appropriata.

Il chiusino deve sempre essere della classe appropriata in funzione del luogo di impiego e, di conseguenza, delle sollecitazioni a cui sarà soggetto; in caso di dubbio si deve utilizzare un dispositivo della classe superiore a quella strettamente prevista. Il progettista deve inoltre scegliere una dimensione appropriata dell’apertura (luce netta) in modo da garantire un accesso sicuro.

Inoltre, prima dell’installazione, devono essere verificate le seguenti indicazioni:

  • il chiusino deve presentare un’opportuna marcatura con il riferimento alla normativa (EN124) e all’ente di certificazione che ha rilasciato il marchio di certificazione;
  • il telaio del dispositivo deve avere la stessa forma del pozzetto su cui andrà posato e la dimensione di passaggio deve essere similare a quella del pozzetto;
  • l’altezza del telaio deve essere minore o uguale alla profondità dell’alloggiamento in modo da ottenere, a lavoro ultimato, pari livello fra telaio, coperchio e pavimentazione. E’ preferibile che la profondità del vano di alloggiamento sia maggiore da 2 a 4 cm dell’altezza del telaio per consentire di realizzare un letto di posa di calcestruzzo a garanzia di una corretta distribuzione dei carichi sul piano di appoggio.

Per quanto riguarda la scelta del materiale del letto di posa, qualora si possa predisporre la chiusura della strada, è ammesso l’utilizzo di malta cementizia con resistenza caratteristica a compressione (Rck) maggiore o uguale a 50 N/mm2, rispettando i tempi di maturazione prescritti dal fabbricante.

Nel caso sia necessario riaprire velocemente la strada al traffico, i chiusini devono essere collocati su materiali per la posa ad indurimento rapido aventi le seguenti caratteristiche minime:

  • granulometria massima degli aggregati: 4 mm
  • massa volumica della malta fresca; 2300 kg/m3 – 2600 kg/m3
  • aumento volumetrico in 1 d: + 0,5%
  • tempo di lavorabilità: ~15 min
  • resistenza alla compressione:
    • dopo 30 min ˃ 1,5 N/mm2
    • dopo 1 ora ˃ 8,0 N/mm2
    • dopo 24 ore ˃ 35,00 N/mm2
    • dopo 28 giorni ˃ 50,0 N/mm2
  • resistenza caratteristica a compressione del materiale a fine indurimento: ˃50,0 N/mm2
  • durata e costanza nel tempo delle prestazioni
  • resistenza a sale e gelo
  • impermeabilità all’acqua
  • assenza di cloro

Quando è necessario innalzare il livello dell’alloggiamento del chiusino sui pozzetti, è possibile utilizzare un materiale di spessoramento che deve presentare una resistenza a compressione minima di 50 N/mm2, essere duraturo nel tempo e compatibile con i materiali per la posa che si intendono utilizzare.

Generalmente i materiali di spessoramento sono realizzati in ghisa, acciaio oppure calcestruzzo; non è ammesso l’uso di mattoni forati, mattonelle e/o piastrelle frantumate, pezzi di legno o materiale plastico e, comunque, qualsiasi materiale che non dia le necessarie garanzie di resistenza e durata.

L’impresa esecutrice dei lavori deve innanzitutto verificare che il pozzetto, prefabbricato o posato in opera, sia integro ed in grado di sostenere strutturalmente il chiusino da posare.

E’ indispensabile inoltre assicurarsi che il telaio e la sede di posa sul pozzetto siano puliti, eliminando eventuali tracce di fango, grasso e detriti. Se risulta necessario, è possibile irruvidire la testa del pozzetto in modo da migliorare la presa del materiale di posa.

La profondità del vano di alloggiamento deve essere realizzata tenendo conto dell’altezza dei dispositivi da installare, in modo da evitare il più possibile l’uso di materiali di spessoramento. La larghezza del vano di alloggiamento deve essere pari ad almeno 1,6 volte la dimensione massima esterna del telaio del dispositivo da installare, al fine di avere la possibilità di realizzare un consistente ed uniforme cordolo di calcestruzzo attorno allo stesso.

E’ consigliabile mescolare meccanicamente e non manualmente il materiale di posa in modo tale da ottenere un prodotto omogeneo: l’operazione deve essere portata a termine in tempi molto brevi e comunque prima del rapido indurimento.

Subito dopo la stesura del materiale di posa, si deve eseguire prontamente il posizionamento in quota del telaio, centrando la sezione netta del telaio con quella del pozzetto ed esercitando una pressione adeguata sul letto di posa in modo da assicurare una presa salda, assicurandosi che nessuna parte interna del telaio risulti a sbalzo nel pozzetto. Non è ammesso il posizionamento del telaio direttamente sulla testa del pozzetto.

Il telaio deve essere posizionato sul letto di posa in modo tale che la superficie di appoggio dello stesso si trovi adeguatamente supportata dalla testa del pozzetto/camera. Nel caso di posa del chiusino in presenza di traffico veicolare pesante e/o frequente è consigliabile ancorare il telaio del chiusino alla soletta in cls o alla parete del pozzetto in cls sottostante, posizionando tasselli di fissaggio nelle apposite sedi circolari presenti nel telaio. Inoltre il telaio deve essere posizionato a livello della superficie stradale utilizzando punti di riferimento appropriati ed in modo da risultare complanare alla superficie circostante.

Risulta necessario assicurarsi che non vi siano spazi vuoti fra chiusini e pozzetto; si raccomanda di prestare particolare attenzione nell’applicazione del materiale di posa in vicinanza della sede del coperchio evitando che si depositino residui di materiale. Inoltre è necessario assicurarsi che il materiale di posa copra le flange del telaio con uno spessore minimo di 1 cm e che fuoriesca dai fori e dalle asole eventualmente presenti nel telaio stesso, assicurando così un fissaggio perfetto.

I letti di posa con spessore maggiore di 4 cm dovrebbero essere applicati in due tempi: il primo strato dovrebbe essere da 2 a 4 cm di spessore, mentre lo strato successivo dovrebbe essere applicato solo dopo avere interposto un idoneo materiale aggrappante, avendo cura di lasciare uno spessore residuo sufficiente per la finitura del manto stradale; le superfici del letto di posa esposte, sia all’interno che all’esterno del telaio, devono essere lisciate e rese uniformi.

I coperchi dei tombini dovrebbero essere inseriti con cautela nei telai solo dopo che il materiale abbia fatto una sufficiente presa e resistenza alla compressione e solo dopo un’accurata verifica e pulizia della sede di appoggio della guarnizione e della sede del telaio dove va ad inserirsi il coperchio.

Il riempimento di finitura attorno al chiusino deve essere fatto dopo almeno 3 ore con lo stesso materiale di posa, lasciando uno strato di almeno 3 cm per permettere la finitura del manto stradale con la stesura dell’asfalto. Si devono evitare eventuali passaggi dei dispositivi di compattazione al di sopra del chiusino per evitare danni al sistema costituito da letto di posa/telaio/coperchio. L’installazione non deve essere sottoposta ad alcuna sollecitazione fino a che il materiale del letto di posa non abbia raggiunto una sufficiente resistenza. Dopo l’installazione, il telaio ed il coperchio/griglia devono risultare a livello con il piano stradale.

Prima di rendere transitabile la zona in cui è presente il chiusino si devono rispettare i tempi di maturazione forniti dal fabbricante del prodotto utilizzato: in mancanza di indicazioni diverse, è necessario rispettare un tempo di attesa di almeno 72 ore.

Chiusini in materiale composito                            Come scegliere il giusto chiusino

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Il peso del materiale compositoUna delle caratteristiche principali dei chiusini in materiale composito è la leggerezza; questa caratteristica è stata ottenuta seguendo due strade:

  • utilizzo di materiali aventi un peso specifico inferiore a quello della ghisa pur garantendo ovviamente le caratteristiche di resistenza richieste dalla normativa;
  • studio della geometria del chiusino ottimizzata in funzione della particolare metodologia di produzione.

In questo modo si riescono ad ottenere pesi del sistema costituito da coperchio e telaio notevolmente più bassi rispetto a quelli di altri prodotti presenti sul mercato.

Vediamo un confronto espresso in kg tra il peso del sistema telaio + coperchio realizzato in materiale composito e il peso del sistema telaio + coperchio realizzato in ghisa lamellare e ghisa sferoidale da produttori europei. La differenza di peso è in media pari ad oltre il 70% rispetto ai chiusini in ghisa lamellare ed oltre il 65% rispetto ai chiusini in ghisa sferoidale.

B125 Ghisa Lamellare (kg) Ghisa Sferoidale (kg) Composito (kg)
300 x 300 9,00 8,20 2,00
400 x 400 15,00 12,80 3,10
500 x 500 26,00 18,20 5,90
600 x 600 40,00 29,40 9,00
700 x 700 56,00 38,80 12,90
C250 Ghisa Lamellare (kg) Ghisa Sferoidale (kg) Composito (kg)
400 x 400 23,00 25,00 5,50
500 x 500 39,00 33,00 12,00
600 x 600 57,00 45,00 19,40
700 x 700 74,00 61,00 29,80

La leggerezza riduce notevolmente i rischi a carico degli operatori durante le operazioni di movimentazione, installazione e successiva manutenzione dei chiusini. Il Decreto Legge 81/08 (Testo unico sulla salute e sicurezza sul lavoro) definisce il peso massimo consentito per la movimentazione dei carichi in cantiere pari a 25 kg. Il peso dei chiusini in materiale composito fino al modello 600x600 C250 è inferiore a tale limite. Nel caso dei chiusini in ghisa, già a partire dalle dimensioni più piccole è necessario l’intervento di due persone e l’utilizzo di mezzi meccanici per la loro movimentazione e installazione.

Chiusini in materiale composito                            Chiusini modulari KIO TRENCH

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Tipologie dei chiusini in materiale compositoLa tipologia di un chiusino è determinata principalmente da:

  • classe di resistenza;
  • forma;
  • dimensioni;
  • componenti.

Non vi è una normativa che stabilisca le forme e le dimensioni che i chiusini devono avere, pertanto le regole di produzione sono dettate dal mercato e dalle esigenze dei clienti.

I chiusini in materiale composito KIO vengono prodotti nelle seguenti forme e misure:

  • rettangolare – da 900x500 a 1000x558 mm
  • quadrato – da 300x300 a 950x950 mm
  • rotondo – da Ø425 a Ø1230 mm
  • griglia quadrata – 500x500 mm

I componenti dei chiusini sono definiti principalmente dal mercato ma vi è qualche caratteristica che viene imposta dalle normative di riferimento.

SISTEMI DI CHIUSURA E BLOCCAGGIO

In accordo alla norma EN 124-5, il sistema di bloccaggio è obbligatorio per i chiusini in classe D400. Polieco, in questo caso, utilizza un sistema di chiusura a vite oppure a barra elastica.

Nonostante non sia previsto dalla normativa, i chiusini KIO in classe B125 e C250 sono disponibili con sistemi di bloccaggio che prevedono l’uso di un semplice cacciavite o di un’apposita chiave.

TELAI

Il chiusino KIO quadrato nella classe B125 è disponibile anche con telaio esterno piatto. Questa tipologia è ideale per l’installazione dove è presente una pavimentazione composta da autobloccanti o pietre naturali.

Sempre per questa classe di resistenza, al di sopra di pozzetti in materiale plastico, è possibile utilizzare un tombino rotondo KIO con imbocco cioè con un bicchiere femmina per il collegamento a rialzi con diametri da DN 250/315/400/630.

Abbinato al coperchio KIO 800 D400, è disponibile inoltre un telaio flottante in ghisa. La parte flottante del telaio si innesta all’interno del rialzo dei pozzetti in calcestruzzo. Il sistema può essere alzato e livellato durante le fasi di asfaltatura della strada, mantenendosi sempre alla stessa quota del manto stradale. Inoltre in caso di variazioni di temperatura nell’arco dell’anno, il sistema flottante è libero di muoversi, seguendo la dilatazione/contrazione del manto stradale.

KIO A TENUTA STAGNA

Polieco Group garantisce per alcuni modelli la perfetta tenuta stagna e antiodore, grazie ad un’apposita guarnizione abbinata al sistema di chiusura in acciaio inox. Su tali modelli è stata eseguita una prova prevista dalla specifica tecnica inglese PAS 26 che prevede di creare un ristagno di 50 mm di acqua al di sopra del chiusino per 7 ore e poi applicare un carico di 5 ton senza mostrare segni visibili di perdita. Tale prova è stata validata dall’ente di certificazione ICMQ.

 

Caratteristiche dei chiusini                            Chiusini in composito KIO

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Chiusini in materiale compositoI materiali compositi sono la combinazione di almeno due componenti tra loro chimicamente differenti e si caratterizzano per proprietà chimico-fisiche non riscontrabili nei singoli materiali che li compongono: in particolare, rispetto ai materiali tradizionali, i materiali compositi sono al tempo stesso robusti e leggeri, presentano ottima resistenza alla corrosione e agli agenti chimici, hanno elevate capacità di isolamento termico ed elettrico.

La fibra di vetro è uno dei materiali rinforzanti più noti, largamente utilizzata per la produzione di materiali compositi. L'esperienza evidenzia come il vetro monolitico sia un materiale fragile a causa del gran numero di difetti della cristallizzazione che agiscono come microfratture e zone di concentrazione degli sforzi. Se il vetro invece viene filato a diametri d'ordine inferiore ai micron perde la sua caratteristica fragilità per divenire un materiale ad elevata resistenza meccanica e resilienza: tali caratteristiche vengono mantenute anche a temperature molto elevate.

All’interno della famiglia dei chiusini in materiale composito rientrano ad esempio i chiusini in vetroresina mentre non ne fanno parte i chiusini in plastica. I chiusini in composito presentano innumerevoli vantaggi rispetto ai chiusini già presenti sul mercato realizzati in ghisa o in cemento.

Le principali caratteristiche sono:

  • LEGGEREZZA E MANEGGEVOLEZZA

Una delle caratteristiche principali dei chiusini in materiale composito è la leggerezza.

La differenza di peso è in media pari ad oltre il 70% rispetto ai chiusini in ghisa lamellare ed oltre il 65% rispetto ai chiusini in ghisa sferoidale.

La leggerezza riduce notevolmente i rischi a carico degli operatori durante le operazioni di movimentazione, installazione e successiva manutenzione dei chiusini.

  • RESISTENZA ALLA CORROSIONE ED ALLE SOSTANZE CHIMICHE

Il chiusino in materiale composito non è soggetto a fenomeni di corrosione né all’attacco da parte di sostanze chimiche: la parte superficiale del chiusino è infatti realizzata interamente con una resina termoindurente, resistente a sostanze acide e alcaline, oli, grassi e idrocarburi.

Queste qualità, unite all’impossibilità di generare scintille e di creare condensa, rende il chiusino in materiale composito particolarmente adatto all’utilizzo negli impianti di distribuzione di carburante. Ormai è prassi comune nei paesi di tutto il mondo utilizzare in tali impianti chiusini in materiale composito anziché i chiusini in ghisa.

La resistenza alla corrosione risulta particolarmente importante anche nelle reti fognarie industriali e civili soprattutto nel caso di deboli pendenze: i gas che si generano all’interno delle tubazioni e dei pozzetti non corrodono la parte inferiore del coperchio del chiusino.

Da sottolineare infine la resistenza della resina termoindurente all’acqua salata, caratteristica che rende l’impiego dei chiusini in materiale composito particolarmente adatto nelle località di mare.

Tutte queste caratteristiche fanno sì che il chiusino in materiale composito non debba essere verniciato, a differenza di quanto viene fatto per i chiusini in ghisa.

  • LIMITAZIONE DI RUMORI

Grazie alla proprietà della materia prima utilizzata, l’utilizzo di un coperchio e di un telaio in materiale composito consente di ridurre la rumorosità al passaggio di veicoli o persone, tipica dei sistemi in ghisa e dovuta ad un non perfetto accoppiamento tra coperchio e telaio o ad errori di posa.

  • ISOLAMENTO ELETTRICO E TERMICO

La superficie esterna in resina termoindurente permette al chiusino di essere un perfetto sistema isolante, rendendo nulla la possibilità di dispersioni di tensioni e proteggendo in questo modo i pedoni dalla possibilità di accidentali shock elettrici dovuti ad eventuali fili elettrici scoperti.

Il coperchio è inoltre un basso conduttore di calore: ai fini pratici questo comportamento può essere importante laddove vi siano ad esempio eventuali fughe di vapore caldo nelle reti di teleriscaldamento.

  • PERMEABILITA’ AI CAMPI ELETTROMAGNETICI

I chiusini in materiale composito risultano più permeabili ai campi elettromagnetici di quelli in ghisa sia sferoidale che lamellare. Grazie a questa caratteristica sono possibili molteplici applicazioni:

- reti fognarie: un sensore di livello posto al di sotto di un chiusino in materiale composito può monitorare e controllare il livello dei reflui all’interno dei pozzetti. In abbinamento a questa tecnologia può essere associato anche un sensore anti intrusione in modo da rilevare manomissioni, forzature o rimozioni del chiusino;

- reti acquedottistiche;

- sistemi di trasporto: il chiusino può essere utilizzato come copertura dei dispositivi elettronici che controllano e gestiscono la circolazione dei tram, treni e metropolitane.

  • RISPETTO DELL’AMBIENTE

Due fattori fondamentali sono a favore dei chiusini in materiale composito rispetto ai chiusini in ghisa per quanto riguarda l’emissione di CO2 nell’aria:

- energia necessaria per raggiungere la temperatura di fusione della materia prima da colare all’interno degli stampi dei chiusini di ghisa (oltre 1200°C) e la temperatura di lavoro degli stampi per i materiali compositi (intorno ai 60°C);

- ridotto peso di ogni singolo pezzo che consente di poter caricare in ogni trasporto un numero di chiusini 3-4 volte superiore ai normali chiusini in ghisa con conseguente riduzione dell’inquinamento dovuto al numero inferiore di trasporti.

  • DISINCENTIVO AI FURTI

I furti di chiusini sono finalizzati alla vendita per la rifusione del metallo. Oltre al danno economico, tali furti presentano risvolti estremamente pericolosi, dal momento che vengono lasciate sulla strada pericolose aperture non segnalate.

Il furto di tombini in materiale composito (erroneamente chiamati tombini in plastica) risulta poco attrattivo dal momento che non esiste un mercato secondario illecito.

 

Chiusini compositi KIO                            Applicazioni del composito

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Come scegliere un chiusinoPer la buona riuscita di un progetto, è importante saper scegliere il giusto coperchio per pozzetto in PVC, calcestruzzo o altro materiale. Innanzitutto, ricordiamo che il chiusino deve avere una classe di resistenza appropriata in funzione del luogo di impiego e, di conseguenza, delle sollecitazioni a cui sarà soggetto; in caso di dubbio si deve utilizzare un dispositivo della classe superiore a quella strettamente prevista.

Il progettista deve inoltre scegliere una corretta dimensione dell’apertura (luce netta) in modo da garantire un accesso sicuro nel chiusino con pozzetto. Per quanto riguarda la forma, in genere nel mercato italiano delle reti e dei sottoservizi sono diffuse forme quadrate (a partire dalle dimensioni esterne del telaio 300x300), forme rettangolari e forme circolari. Nel caso di stazioni di servizio di carburanti e di impianti di depurazione sono presenti chiusini aventi dimensioni esterne anche superiori a 1 m.

Inoltre, prima dell’installazione devono essere verificate le seguenti indicazioni:

  • il chiusino deve presentare un’opportuna marcatura con il riferimento alla normativa (EN124) e all’ente di certificazione che ha rilasciato il marchio di certificazione;
  • chiusinopozzetto vanno intesi come una cosa unica in quanto il primo va installato al di sopra del secondo. Il telaio del chiusino per pozzetto deve quindi avere la stessa forma del dispositivo sottostante;
  • l’altezza del telaio può essere minore o uguale alla profondità dell’alloggiamento in modo da ottenere, a lavoro ultimato, pari livello fra telaio, coperchio e pavimentazione. E’ preferibile che la profondità del vano di alloggiamento sia maggiore da 2 a 4 cm dell’altezza del telaio per consentire di realizzare un letto di posa di calcestruzzo a garanzia di una corretta distribuzione dei carichi sul piano di appoggio.
 

Chiusini in materiale composito KIO                            Scopri le caratteristiche dei chiusini

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Definizione e caratteristiche del ChiusinoIniziamo definendo il significato di chiusino, altrimenti noto come tombino. Esso non è nient’altro che il coperchio che si pone a chiusura dei pozzetti. La sua funzione è quella di permettere l’ispezione, quando necessaria, di quello che è presente nel sottosuolo (reti fognarie, passaggio cavi, acquedotti, ecc.).

I chiusini possono essere di varie forme e materiali ma quando si deve scegliere che tipologia impiegare, bisogna tener conto della resistenza meccanica, della sua durata nel tempo e della dimensione di passaggio o luce netta.

Quando parliamo di resistenza meccanica, ci riferiamo alla classe che caratterizza ogni chiusino. La scelta dipende dalla zona di impiego, suddivisa, sulla base di quanto definito dalla normativa di riferimento EN 124, in 6 gruppi. Per ogni gruppo è stata abbinata una classe di resistenza al di sotto della quale non si può scendere:

  • Gruppo 1: zone che possono essere utilizzate solo da pedoni e ciclisti. Il chiusino più adatto è quello di classe A15;
  • Gruppo 2: zone pedonali ed assimilabili, aree di sosta o parcheggi multipiano per automobili. Questa è la zona della classe B125;
  • Gruppo 3: zone dei canaletti di scolo lungo il bordo dei marciapiedi che si estenda per 0,5 m al massimo nella carreggiata e per 0,2 m al massimo nella zona pedonale. In questo gruppo viene impiegata la classe C250;
  • Gruppo 4: carreggiate di strade (comprese strade pedonali), banchine transitabili e aree di sosta per tutti i tipi di veicoli stradali. La classe ammessa dalla normativa è la D400;
  • Gruppo 5: zone soggette a carichi per asse elevati, per esempio pavimentazioni di porti e aeroporti. Il chiusino da impiegare sarà quello con la classe E600;
  • Gruppo 6: zone soggette a carichi per asse particolarmente elevati, per esempio pavimentazioni di aeroporti. L’unica classe ammessa è la F900.

Per quanto riguarda la durata nel tempo, bisogna considerare molti aspetti tra cui il materiale del chiusino, la zona in cui va installato, le temperature e gli sbalzi al quale è sottoposto e la frequenza di passaggio dei mezzi veicolari al di sopra di esso.

La dimensione di passaggio, invece, è il diametro del cerchio massimo inscrivibile nella sezione netta del telaio, in pratica la luce netta del chiusino. Tale valore risulta di norma univoco per tutti i produttori di chiusini. L’elemento che non è soggetto a specifiche particolari è la dimensione esterna del coperchio e soprattutto la dimensione esterna del telaio. Di conseguenza ogni produttore può presentare spessori e dimensioni esterne del coperchio differenti, rendendo impossibile l’intercambiabilità dei coperchi.

 

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