Il software di calcolo gratuito Ecocalc è un valido supporto per i progettisti di reti fognarie: permette infatti di eseguire i calcoli idraulici e statici delle tubazioni corrugate di Polieco. In particolare, per quanto riguarda i calcoli idraulici, il software esegue i calcoli delle portate generate dai reflui civili e dagli eventi meteorici in funzione dell’area del tubo e permette di individuare il diametro commerciale della sezione del tubo corrugato necessario per convogliare tali portate.

Per quanto riguarda il calcolo statico, è possibile eseguire una verifica a deformazione delle tubazioni ECOPAL ed ECOPAL 2.0 in funzione delle modalità di posa (larghezza scavo, profondità interramento, materiale usato per il ricoprimento, presenza di carichi veicolari) sulla base di formule definite da normative tedesche o inglesi e di disegni delle tubazioni da posare forniti da progettisti od imprese.

Il software permette inoltre di eseguire un dimensionamento dei pozzetti perdenti e delle trincee disperdenti, in funzione della piovosità e delle caratteristiche delle aree interessate dall’intervento.

I calcoli possono essere poi stampati ed esportati in formato word, excel o acrobat.

All’interno del software è presente inoltre una libreria in formato acrobat del disegno delle tubazioni, pezzi speciali e pozzetti oltre all’ultima versione del manuale tecnico relativo ai tubi corrugati.

Software Ecocalc                           Tubi per reti fognarie

I pezzi speciali PEAD sono accessori ricavati da tubo e/o stampati ad iniezione che vengono utilizzati per adattare le tubazioni alla morfologia del terreno nel quale vengono posate, per esempio le curve; oppure per collegare più tubazioni e/o innesti provenienti da scarichi secondari, per esempio braghe oppure tee.

Essendo ricavati da tubo certificato secondo la norma UNI EN 13476, le caratteristiche meccaniche e prestazionali dei pezzi speciali rispecchiano quelle della tubazione dalla quale sono ricavate.

I più comuni pezzi speciali per fognature in pvc e/o in PEAD sono:

  • Curve: se ricavate da tubo si ottengono tagliando la tubazione in settori definiti in funzione dell’angolo della curva in polietilene da realizzare, si saldano tra di loro e pertanto risultano essere maschio-maschio; l’angolo della curva viene definito dalle esigenze del cantiere. Se prodotte ad iniezione (per diametri piccoli) presentano alle estremità i bicchieri e risultano essere femmina-femmina.
  • Braghe-tee: se ricavate da tubo si ottengono tagliano la tubazione in settori definiti e quindi si saldano tra di loro. La braga per tubazione presenta la derivazione a 45° rispetto allo scorrimento; le tee presentano la derivazione a 90° rispetto allo scorrimento. Questi pezzi possono essere prodotti con la derivazione (45°- 90°) ridotta per accogliere una tubazione diversa rispetto al tubo corrugato, pertanto viene saldato un bicchiere e/o un tronchetto di tubo liscio del diametro della riduzione richiesta. Questi pezzi speciali se prodotti ad iniezione e/o rotazionali presentano sulle tre derivazioni un bicchiere e sono pertanto femmina-femmina-femmina.
  • Riduzioni: sono pezzi speciali che permettono di collegare tubazioni di diverso diametro. Possono essere prodotte femmina-femmina, maschio-maschio oppure femmina-maschio: il tutto in funzione delle tubazioni che vanno a collegare.
  • Manicotti scorrevoli: vengono comunemente chiamati manicotti di riparazione. Questi pezzi speciali consentono la riparazione di una tubazione già posata senza dover sostituire la barra intera, ma semplicemente sostituendo la parte danneggiata della tubazione con uno spezzone di tubo dello stesso diametro. Si ottengono, per i diametri medio-piccoli togliendo la battuta interna del manicotto di collegamento; per i diametri grandi calandrando una lastra in polietilene.
  • Manicotti e mezzi manicotti sabbiati: presentano sulla parete esterna uno strato di resina e sabbia che facilita le operazioni durante la fase di annegamento nei pozzetti in calcestruzzo. In questo modo è possibile collegare i tubi o mezzi tubi in plastica con pozzetti in cemento.
  • Tappi: possono essere maschi se ricavati da tubo oppure femmina se ricavati da manicotto; in entrambe le soluzioni viene saldata una lastra in polietilene ad una estremità.
  • Sifoni Firenze: sono realizzati da tubo, opportunamente tagliati e saldati; presentano due tappi a vite per l’ispezione della condotta. La particolare conformazione del sifone per fognatura evitare la fuoriuscita di sgradevoli odori. Vengono solitamente posati all’interno di pozzetti.

Pezzi Speciali Polieco                           Tubi per reti fognarie

Oltre ai tubi fessurati, un importante alleato per la raccolta e la dispersione delle acque meteoriche nel terreno è il pozzetto perdente.

Il pozzo perdente non è altro che un tubo fessurato interrato verticalmente; l’installazione non deve avvenire troppo in profondità quindi sarà sufficiente disporre di una tubazione con classe di rigidità pari a SN 4 kN/m2.

Il pozzo disperdente presenta fessurazioni a 360° lungo tutta la sua circonferenza e può essere dotato o meno di un fondo di chiusura; questo dipende dalla quantità di acqua piovana prevista e dalla velocità di dispersione che si vuole ottenere. I pozzetti per raccolta acque piovane generalmente dispongono di un fondo che consente una lenta immissione dei fluidi nel terreno attraverso le fessure sulla circonferenza. Nei pozzi perdenti senza fondo, l’acqua tende a riversarsi subito nel terreno: la gran parte si disperderà verticalmente ma una parte si infiltrerà attraverso le fessurazioni laterali.

I pozzetti per acqua piovana sono quindi composti da:

  • eventuale riduttore conico da innestare sul rialzo, che permette di rastremare il rialzo fino al passo d’uomo;
  • innesto inserito tramite una guarnizione sulla parete esterna del rialzo per permettere di innestare tubazioni in polietilene o in PVC;
  • rialzo fessurato a 360° che costituisce il corpo del pozzo a perdere;
  • eventuale lastra di chiusura, saldata alla parete interna del rialzo.

Trattandosi di una tubazione corrugata in polietilene, l’altezza finale del pozzetto può essere ridotta in cantiere con i dovuti strumenti per modificare la lunghezza del rialzo a piacere.

I pozzetti drenanti, abbinati eventualmente a trincee drenanti, costituiscono un sistema completo di drenaggio e dispersione dell’acqua piovana nel terreno.

Pozzetti Perdenti                           Celle disperdenti

L’acqua viene utilizzata quotidianamente per tantissime attività: lavaggio di piatti e stoviglie, igiene personale, irrigazione di orti e giardini, ecc.

Generalmente per fare queste azioni si utilizzano i rubinetti di casa che distribuiscono acqua potabile, anche se in questi casi la potabilità non è necessaria.

Per ridurre i costi e preservare le falde acquifere, si possono utilizzare dei contenitori per raccolta acqua piovana.

Le vasche interrate per raccolta acqua piovana non sono altro che dei serbatoi sotterranei. Essi possono essere realizzati con tubo strutturato in polietilene strutturato, liscio oppure spiralato. Questo tipo di contenitori per acqua piovana vengono chiusi alle due estremità con lastre in polietilene di spessore pari a 20 mm con rinforzi interni per garantire la tenuta idraulica del sistema.

Le acque piovane raccolte dai tetti vengono poi canalizzate nelle grondaie e, in alternativa alla dispersione nel terreno, possono essere immagazzinate all’interno del serbatoio. Le cisterne recupero acqua piovana sono dotate infatti di innesti in ingresso-uscita ed eventuali boccaporti realizzati con tubo liscio e/o corrugato per consentire l’ispezione all’interno del serbatoio o l’inserimento di pompe che hanno il compito di far fuoriuscire l’acqua necessaria alle attività quotidiane.

Le cisterne per recupero acqua piovana vanno posizionate su una superficie piana e non cedevole e idonea al peso da sostenere. Il vantaggio principale dei contenitori raccolta acqua piovana è che sono modulari e si adattano alle esigenze specifiche: in funzione dell’area a disposizione si possono prevedere serbatoi anche di lunghezza notevole collegati in serie o in parallelo per raggiungere le volumetrie richieste.

Serbatoi Polieco                           Tubo corrugato

I chiusini stradali rispondono al EN 124:2015 standard “Gully tops and manhole tops for vehicular and pedestrian areas” (Dispositivi di coronamento e di chiusura per zone di circolazione utilizzate da pedoni e da veicoli).

Tale norma stabilisce, le classi di carico, i materiali, i principi di costruzione e di prova, la marcatura e il controllo di qualità dei dispositivi di coronamento e di chiusura (chiusini e caditoie) dotati di una dimensione di passaggio fino a 1000 mm, per le zone di circolazione soggette a traffico pedonale e/o veicolare, ed è suddivisa in sei parti distinte:

  • Part 1: Definition, classification, general principles of design, performance requirements and test methods;
  • Part 2: Gully tops and manhole tops made of cast iron;
  • Part 3: Gully tops and manhole tops made of steel or aluminium alloys;
  • Part 4: Gully tops and manhole tops made of steel reinforced concrete;
  • Part 5: Gully tops and manhole tops made of composite materials;
  • Part 6: Gully tops and manhole tops made of polypropylene (PP), polyethylene (PE) or unplasticized polyvinyl-chloride (PVC-U).

La Parte 1 stabilisce i requisiti di carattere generale che devono soddisfare tutti i dispositivi costituiti da qualsiasi materiale. A seconda della tipologia di materiale con cui sono fabbricati, in aggiunta, i chiusini e le caditoie devono soddisfare i requisisti specificati nelle Parti  2 ÷ 6.

Tutti i produttori di chiusini e caditoie, nel 2017, hanno recepito la norma EN 124:2015 applicando su base volontaria i nuovi schemi di certificazione, rilasciati dagli enti indipendenti di certificazione accreditati, ai sensi della norma EN ISO 17065.

Al fine di fornire al mercato indicazioni sull’applicazione della norma, i produttori italiani e l’ente di Normazione UNI hanno redatto una specifica tecnica UNI/TR 11671:2017 “Dispositivi di coronamento e di chiusura dei pozzetti stradali – Indicazioni per l’applicazione della serie EN 124:2015”.

La serie di norme EN 124:2015 non è ancora stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, pertanto attualmente la marcatura CE e la redazione della Dichiarazione di prestazione DoP (conforme al Regolamento Prodotti da Costruzione N. 305/2011) non sono applicabili a tali prodotti.

In base alla EN 124:2015 su ogni coperchio, griglia e telaio devono essere riportate in maniera chiara e durevole le seguenti informazioni:

  • normativa di riferimento (ad esempio EN 124-5 per i chiusini in materiale composito);
  • classe di carico appropriata (ad esempio B125);
  • nome e/o marchio di identificazione del fabbricante;
  • luogo di fabbricazione, espresso anche in codice;
  • data o settimana e anno di fabbricazione.

Come descritto in precedenza, dal momento che la norma EN 124:2015 è volontaria, il produttore che ottiene una certificazione di prodotto, rilasciata da un ente indipendente di certificazione accreditato, deve riportare in maniera chiara e durevole su ogni suo coperchio, griglia e telaio anche il marchio dell’ente che lo ha rilasciato.

La documentazione ufficiale, quale ad esempio il certificato di conformità, rilasciato dagli enti di certificazione, deve riportare la designazione di prodotto di seguito indicata, secondo quanto prescritto dalla norma:

  • nome del prodotto;
  • norma di riferimento (ad esempio EN 124-5 per i chiusini in materiale composito);
  • classe di carico (ad esempio B125);
  • la tipologia di materiale (ad esempio C2 per il materiale composito);
  • numero della parte della norma EN 124:2015 di riferimento per il coperchio e il telaio (il numero 5/5 indica ad esempio che il coperchio e il telaio sono in materiale composito). Viene accettata la conformità di coperchi e telai realizzati con due materiali differenti purché soddisfino i requisiti della EN124:2015 (ad esempio coperchi in composito e telai in ghisa);
  • dimensione di passaggio in mm (DP);
  • tipologia di sicurezza (ad esempio con chiusura F);
  • resistenza allo scivolamento (ad esempio con rilievo in superficie RP).

Per certificare un chiusino, bisogna sottoporlo e ottenere la conformità alle prove previste dalla EN 124:2015 parte 1 e dalla parte di norma al quale corrisponde il materiale di cui è composto.

Le prove devono essere eseguite da un ente certificatore riconosciuto a livello internazionale e riportate all’interno del certificato di conformità.

Chiusini in materiale composito                           Certificazione del chiusino KIO

Il tubo corrugato per reti fognarie può essere installato in diverse applicazioni, ognuna con le proprie esigenze. Negli anni le aziende produttrici di tubazioni hanno sviluppato delle varianti al classico tubo per consentire al prodotto di adattarsi alle varie installazioni.

TERRENO CON PRESENZA SALTUARIA DI ACQUA

In alcuni casi le tubazioni corrugate devono essere posate in terreni dove è presente in modo saltuario acqua di falda, il cui livello è fluttuante nel corso dell’anno. Nel caso in cui la tubazione non è stata posata a regola d’arte, tale acqua può infiltrarsi dall’esterno verso l’interno della tubazione.

Per ovviare a tale problema, è stata ideata una guarnizione idroespandente che aumenta il proprio volume se entra a contatto con liquidi e occupa tutto lo spazio presente tra le corrugazioni del tubo e la parete interna del manicotto. Essa non è una sostituzione al normale sistema di giunzione ma va aggiunta alle guarnizioni standard fornite con la tubazione. La guarnizione idroespandente va posizionata nella gola tra la seconda e la terza costola del tubo per bloccare infiltrazioni o perdite nei punti dove avviene il collegamento dei tubi.

La guarnizione idroespandente fornita da Polieco si chiama No Loss: si tratta di una giunzione in gomma sintetica addizionata con polimeri.

TERRENO IN FORTE PENDENZA

L’Italia è caratterizzata dalla presenza di montagne e colline. Sono molti i tratti con forte pendenza dove c’è necessità di installare una rete fognaria. In questo tipo di installazione, i reflui all’interno delle tubazioni possono raggiungere velocità elevate, il che ovviamente può aumentare il fenomeno di abrasione della condotta oltre a creare sovrappressioni nel pozzetto finale di confluenza a valle.

Per agevolare l’installazione delle tubazioni corrugate anche in zone montane, è stato concepito un tubo corrugato a doppia parete dove anche la parete interna è corrugata. La corrugazione interna, infatti, permette il rallentamento del flusso dell’acqua al suo interno riducendo notevolmente i rischi descritti in precedenza.

La tubazione ideale per questo tipo di applicazione presentata da Polieco è il tubo corrugato Slow Motion, facente parte della gamma per reti fognarie Ecopal.

AREE DI RISPETTO

La normativa italiana identifica quelle che sono le aree di rispetto cioè quelle zone dove sono presenti delle falde acquifere oppure aree intorno ai pozzi dell’acquedotto che potrebbero essere contaminate nel caso in cui reflui inquinanti si riversassero nel sottosuolo. In queste aree bisogna prevedere l’eventuale possibilità di uno sversamento e garantire che questo non inquini il terreno.

Sono nati così i sistemi a doppi tubi. Il sistema consiste nell’installazione di due tubazioni concentriche separate da collari trasversali o listelli distanziatori posizionati sulla parete esterna del tubo interno. Solitamente sulla tubazione interna viene inserita una doppia guarnizione per dare una maggiore garanzia di tenuta. In caso di perdite o rotture, questo sistema impedisce inquinamenti del terreno in quanto le acque reflue restano bloccate tra le due tubazioni.

Tubazione No Loss                            Tubo Slow Motion                           Sistema Doppi Tubi

I cavidotti presentano una serie di accessori che possono agevolare la posa oppure essere essenziali per alcune tipologie di installazione.

Gli accessori principali sono:

  • Manicotti;
  • Tappi;
  • Sellette;
  • Pozzetti elettrici.

Gli accessori per le tubazioni corrugate vengono prodotti con materiali plastici attraverso la tecnica dello stampaggio ad iniezione.

I manicotti ed i tappi sono realizzati in polietilene e vanno montati alle estremità dei tubi. I manicotti servono a giuntare due successivi rotoli o barre di cavidotto in modo che non si sfilino; i tappi servono per chiudere l’estremità del cavidotto. Quest’ultimo prodotto viene utilizzato quando si vuole impedire l’ingresso di corpi estranei nel tubo.

Le sellette sono prodotte in pvc e possono essere a una o più gole. Esse vengono impiegate come supporto ai cavidotti e sono molto utili per le installazioni di polifere dove le varie tubazioni devono seguire un preciso percorso una di fianco all’altra.

Per finire, il pozzetto elettrico è realizzato in polipropilene ed ha una sezione quadrata con coperchio per consentire l’ispezione al suo interno. I pozzetti per cavidotti elettrici vengono impiegati per il passaggio e l’alloggiamento dei cavi elettrici garantendo l’isolamento da agenti atmosferici o chimici oltre che una resistenza agli urti.

Cavidotti                            Accessori

Con il termine “tessuto non tessuto” si indica un prodotto simile ad un tessuto, ma ottenuto tramite un procedimento industriale. Non si parla quindi del classico incrocio di fili secondo uno schema ordinario, come avviene nella maglieria, ma con “non tessuto” si intende una disposizione casuale delle fibre.

Le fibre utilizzate sono sia naturali che sintetiche e vengono collocate una sopra l’altra a strati oppure incrociate ed incollate tra di loro con colle, adesivi o processi termici. Un esempio di tessuto non tessuto di uso comune sono l’ovatta ed il feltro.

Il tessuto non tessuto è un materiale simile al tessuto ma più economico e pratico, in quanto presenta i seguenti vantaggi:

  • idrorepellenza;
  • resistenza al calore ed alle basse temperature;
  • bassa abrasività al tatto.

Il tessuto non tessuto viene sempre più spesso impiegato anche nelle opere di drenaggio e dispersione delle acque meteoriche nel terreno. Questo materiale, chiamato anche geotessuto o geotessile, viene impiegato per evitare l’infiltrazione di terreno.

Generalmente viene utilizzato come:

  • copertura dei tubi fessurati. Molte aziende forniscono già il tubo drenante con calza composta da tessuto non tessuto in modo da facilitare la posa delle tubazioni e ridurre i possibili errori di installazione;
  • copertura della sezione degli scavi dove vengono posizionate le celle di dispersione. In questo caso, il geotessuto deve essere steso trasversalmente alla lunghezza dello scavo e nelle giunzioni del tessuto bisogna assicurarsi che ci sia una sovrapposizione di circa 50 cm e poi avvolgere completamente le celle.

Il geotessile può essere realizzato con svariate grammature a seconda della sua applicazione; il tessuto non tessuto per drenaggio deve avere una massa aerica ≥ 150 g/m2 in modo che favorisca la fuoriuscita dell’acqua ma ostacoli l’ingresso di materiali solidi.

Tubazioni fessurate                            Celle di dispersione

La caditoia stradale è un pozzetto che viene installato al di sotto delle griglie di scolo e viene impiegata per la raccolta delle acque meteoriche. La loro principale applicazione è all’interno di reti fognarie e scarichi non in pressione interrati all’esterno dei fabbricati (codice area d’applicazione U).

In questa tipologia di pozzetto la presenza del sifone è fondamentale in quanto permette di smaltire le acque provenienti dalle superficie stradale evitando che quest’ultime provochino odori sgradevoli ed esalazioni malsane, impedendo l’ingresso di materiale ostruente all’interno della condotta.

Le caditoie possono essere prodotte in materiale plastico: la caditoia rettangolare di Polieco, per esempio, viene realizzata con polietilene media densità in polvere nera (densità non inferiore a 0,930Kg/dm3). Questo tipo di prodotto viene scelto per il suo peso contenuto in quanto facilita le operazioni di posa in opera, assicurando inoltre un’elevata tenuta idraulica.

Le caditoie sifonate in polietilene vengono prodotte tramite procedimento di stampaggio rotazionale e presentano un’uscita predisposta per l’innesto delle tubazioni in materiale plastico (PEAD o PVC).

La caditoia in materiale plastico può essere realizzata anche con caratteristiche antifiamma, nel caso in cui debbano essere posate in galleria. Per ottenere questa variante bisognerà utilizzare materiale autoestinguente con un grado di infiammabilità V2 in accordo alla norma UL94, adatto alla tecnica di produzione dello stampaggio rotazionale.

Caditoie Sifonate Polieco                            Pozzetti a base stampata

Le fasi di posa relative alle tubazioni in materiale plastico sono definite all’interno della norma UNI EN 1610 (Costruzione e collaudo di connessioni di scarico e collettori di fognatura) dell’ottobre 2015. In questo articolo richiamiamo i passaggi fondamentali da seguire per una corretta installazione.

Innanzitutto, nell’operazione di posa si dovrà evitare che, all’interno delle condotte, penetrino detriti o corpi estranei di qualunque natura e che venga comunque danneggiata la superficie interna. In primo luogo si deve quindi verificare che il letto sia spianato e livellato eliminando ogni asperità che possa danneggiare i tubi. Sia che si tratti di tubi lisci o tubazioni con corrugazione esterna, non è mai consentito regolare la posizione dei tubi nella trincea utilizzando pietre o mattoni od altri appoggi discontinui.

Il piano di posa deve garantire un’assoluta continuità d’appoggio e, nei tratti in cui si temano assestamenti, si devono adottare particolari accorgimenti quali l’impiego di giunti adeguati o trattamenti speciali del fondo della trincea. In generale è opportuno realizzare un letto di sabbia o ghiaia di piccola pezzatura, mai materiale che presenti spigoli vivi. Come specificato nella norma UNI EN 1610, lo spessore del letto di posa non deve essere minore di:

  • 100 mm in condizioni di terreno normale;
  • 150 mm in roccia o in condizioni di terreno duro.

Il tubo viene generalmente collegato con manicotti sul fondo scavo. Data la leggerezza delle tubazioni plastiche, vi è anche la possibilità di eseguire la giunzione fuori scavo. In ogni caso, prima dell’esecuzione della giunzione, le estremità dei tubi, dei pezzi speciali da giuntare e le eventuali guarnizioni devono essere perfettamente pulite. Ogni qualvolta si posa e si collega una barra da 6 o 12 m, è necessario inoltre verificare la pendenza del tubo fogna ed il suo allineamento grazie alla linea longitudinale generalmente posta sulla parete esterna della tubazione.

 In sede di posa tubi particolare attenzione va posta alle eventuali dilatazioni: nel caso di collegamento con manicotti, potrebbero infatti presentarsi fenomeni di sfilamento; occorre avere in questo caso l’avvertenza di bloccare con un riempimento parziale il tubo ogni 30÷40 m e, previo controllo degli eventuali movimenti, completare il riempimento dello scavo nelle ore più fresche della giornata.

Il riempimento dello scavo fognatura costituisce un’operazione delicata ed importante nell’installazione di tutti i tubi per reti fognarie. Un riempimento senza adeguata compattazione influisce negativamente sia sui tubi rigidi sia sui tubi flessibili. Una compattazione eseguita senza i necessari accorgimenti può portare a rotture. Durante ispezioni televisive eseguite dopo l’installazione, si sono visti collettori in cemento, grès e anche PVC distrutti prima ancora di entrare in esercizio.

Le operazioni che portano ad una corretta e duratura installazione sono:

  • scelta del corretto materiale di riempimento: il materiale deve essere arido, a bassa granulometria, privo di materiale a spigoli vivi, sassi o detriti almeno nella parte a contatto col tubo e fino ad almeno 30 cm al di sopra di esso;
  • compattazione accurata: la compattazione deve essere eseguita in strati successivi di circa 30 cm di spessore, con attrezzature idonee fino ad almeno un metro di copertura sull’estradosso superiore. Una buona compattazione dovrebbe raggiungere un indice di Proctor di 90-92 %. Il primo strato di rinfianco deve superare il semidiametro del tubo per evitare sollevamenti dello stesso, altrimenti occorre prevedere un bloccaggio temporaneo durante la compattazione dello stesso;
  • compattazione regolare: si deve evitare di compattare in modo discontinuo per evitare disassamenti e quindi sforzi sui giunti o curvature anomale del corpo tubo;
  • mezzi per la compattazione: fino ad un metro sopra l’estradosso del tubo, la compattazione deve essere eseguita con mezzi leggeri, al di sopra con mezzi normali. Bisogna porre attenzione a non esagerare eseguendo la compattazione con mezzi pesanti di tipo stradale senza calcolare l’effetto del carico dinamico sul tubo sottostante.

All’interno della norma UNI ENV 1046 sono indicati i valori massimi dello spessore raccomandato degli strati ed il numero di passaggi necessari per ottenere le classi di compattazione in base all’attrezzatura utilizzata ed ai materiali di riempimento intorno al tubo.

Tubi corrugati per reti fognarie                            Tubazioni in materiale plastico